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Japanissimo Staff

Aggiornamento: Allargamento stato di quasi-emergenza in Giappone

Nella giornata di Mercoledì 19 Gennaio il governo, su richiesta dei governatori di 13 prefetture, tra cui quello di Tokyo Yuriko Koike, ha deciso per l’allargamento dello stato di quasi-emergenza, a seguito dell’impennata di contagi da Covid su tutto il territorio nazionale.

Soltanto nella giornata di Mercoledì 19 Gennaio la prefettura di Tokyo ha fatto registrare il massimo storico di 7377 casi (dato ritoccato verso l’alto il 20 Gennaio con 8638 positivi), superando abbondantemente i 5729 casi registrati il 19 Agosto 2021, ed in Giappone il numero di positivi ha sforato la soglia dei 40000 contagi, assestandosi a 46199 il giorno 20 Gennaio. Sono numeri impressionanti, se pensiamo che neanche un mese fa, il 20 Dicembre 2021, a livello nazionale i nuovi positivi erano soltanto 109. Un aumento improvviso e vertiginoso, anche se prevedibile, dovuto alla diffusione della variante Omicron sul suolo Giapponese. A nulla sono valsi i tentativi del governo di limitare l’ingresso e la circolazione della variante inasprendo i controlli alle frontiere e bloccando, di fatto, il traffico in entrata (ai nuovi visitatori stranieri, mentre ai residenti di ritorno dall’estero è stato comunque consentito l’ingresso, previa quarantena di 2 settimane). Alle tre prefetture che già si trovavano in stato di quasi-emergenza, ovvero Okinawa, Yamaguchi e Hiroshima, si aggregheranno quelle di Tokyo, Saitama, Chiba, Kanagawa, Gunma, Niigata, Aichi, Gifu, Mie, Kagawa, Nagasaki, Kumamoto, Miyazaki, per un totale di 16 prefetture. A queste si aggiungeranno probabilmente nelle prossime ore anche quelle di Hyogo, Osaka, Kyoto, Fukuoka, Saga, Oita e l’Hokkaido. Lo stato di quasi-emergenza avrà inizio Venerdì 21 Gennaio e proseguirà per tre settimane, almeno fino al 13 Febbraio.

Nel frattempo, sono iniziate le prime somministrazioni per la terza dose booster del vaccino. Il governo, che in origine aveva fissato l'inizio delle somministrazioni della terza dose dopo 8 mesi dalla seconda, davanti all'imperversare della variante Omicron ha ridotto questo termine a 6 mesi, con priorità ai fragili e agli operatori del comparto sanitario.


In cosa consiste lo stato di quasi-emergenza?

Lo stato di quasi-emergenza è uno strumento che il governo mette a disposizione delle prefetture nel tentativo di limitare la circolazione del virus, senza dover ricorrere a misure estreme. Le misure, in genere, variano di prefettura in prefettura, ma hanno come punto in comune la riduzione degli orari di apertura delle attività di ristorazione, in particolar modo quelle che prevedono la consumazione di alcolici. Inoltre, il numero massimo di clienti seduti ad uno stesso tavolo viene, di norma, limitato. Implementando queste misure, si cerca di ridurre al minimo le attività che, secondo il governo e gli esperti, favoriscono la circolazione del virus, come ad esempio mangiare fuori al ristorante, consumare alcolici (chi è un po’ brillo tenderebbe, secondo gli esperti, a dimenticare le misure anti-Covid e a parlare a voce alta, aumentando il rischio di trasmissione del virus).


I commenti della popolazione


Diverse sono state le reazioni da parte della popolazione giapponese in merito a questo ennesimo cambio di rotta.

Su questo argomento, l’opinione pubblica nazionale è divisa quasi perfettamente in due: una parte, spaventata e preoccupata da questo improvviso aumento di casi, ha accolto con sollievo la notizia dell’emanazione dello stato di quasi-emergenza, mentre l’altra metà si è mostrata scettica, criticando il governo di aver messo in atto una misura inutile perché non rallenta effettivamente i contagi, perché non ve ne era bisogno dato il numero esiguo di vittime e malati gravi se rapportato al numero di contagi giornalieri e perché a rimetterci, come nei precedenti, sono sempre le attività di ristorazione, costrette a ridurre il proprio orario lavorativo mentre chi vuole consumare alcolici e “trasgredire” può farlo benissimo comprandoli in qualche minimarket e bevendo per strada. D’altro canto i sostenitori dello stato di quasi-emergenza fanno notare che è vero, la variante Omicron è meno virulenta della Delta o delle altre forme di Covid19, tuttavia un’impennata di casi come quella che si sta osservando in questi giorni, se prolungata nel tempo, potrebbe provocare comunque un numero elevato di casi gravi tale da portare al collasso le strutture ospedaliere.


Previsioni


Come già scritto precedentemente, questo stato di quasi-emergenza avrà la durata di 3 settimane. Prendendo ad esempio i casi precedenti, non sono pochi coloro che credono che questo periodo verrà prolungato a causa del continuo aumento dei contagi o della diminuzione troppo lenta degli stessi. Molti rivivono lo spettro di un anno fa, quando la maggior parte del paese è stata costretta a trascorrere il 75% dell’anno solare in stato di emergenza o quasi-emergenza.

Tuttavia, ci sono anche segnali che qualcosa stia per cambiare. La commissione di esperti, per evitare il collasso sanitario, ha fra le sue proposte quella di non effettuare tamponi PCR a tutti coloro che hanno meno di 50 anni e che non presentano sintomi. Coloro fra loro che invece sviluppano febbre verranno semplicemente visitati da un medico internista e, in assenza di altri sintomi gravi da Covid, verranno tenuti a riposo domiciliare. Dovesse essere adottata, questa misura, oltre a dare respiro alle strutture ospedaliere e ai laboratori che si occupano del sequenziamento dei tamponi, potrebbe anche rappresentare un tentativo di passare da una fase pandemica ad una fase endemica di convivenza col virus, ovvero la cosiddetta “nuova normalità”, facendo intravedere scenari positivi anche in merito all'allentamento delle misure alle frontiere.

Noi di Japanissimo siamo convinti che un’ulteriore proroga alla chiusura delle frontiere non abbia alcun effetto benefico sulla situazione pandemica. Come ampiamente dimostrato con questa sesta ondata, non è servito a nulla bloccare i nuovi arrivi da parte di non residenti in Giappone, così come non ha avuto alcun effetto il blocco dei voli dal Sud Africa e stati limitrofi adottato dalla quasi totalità dei paesi del mondo. Omicron si è diffusa ugualmente, come si diffusero ugualmente le precedenti varianti. In molti, fra i quali ci siamo noi, l’hanno capito. C’è da sperare che chi ha il potere decisionale abbia cambiato idea e, una volta superata quest’ondata, proceda a rimuovere queste restrizioni, così da poter di nuovo viaggiare e incontrare nuovi popoli, nuove culture.

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